lunedì 9 settembre 2024

PREMIO AGANOOR POMPILJ: I VINCITORI SONO MARIA LUCIANA BUSEGHIN, LUCA FAZI E MARTA RINALDINI

Celebrato anche il sodalizio intellettuale della coppia composta da Simona Izzo e Ricky Tognazzi
con la consegna della targa “Uniti per l’arte”

Grande successo per la tredicesima edizione del Festival delle Corrispondenze, promosso dal Comune di Magione con direzione artistica di Massimo Arcangeli tenutosi nel suggestivo borgo di Monte del lago, nell'ambito del quale si è tenuta la cerimonia di premiazione della XXVI edizione del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj. I vincitori sono stati premiati dal vicesindaco, con delega alla cultura, Vanni Ruggeri e dal sindaco Massimo Lagetti. Il Premio è stato presentato dall'attore Francesco Bolo Rossini e da Luigina Miccio, Komunicareleditoria.

VINCITORI E VINCITRICI PREMIO AGANOOR

PRIMA SEZIONE

Il volume vincitore della prima sezione del Premio riservata ad opere edite nelle quali vengono pubblicati carteggi, corrispondenze o epistolari di figure rappresentative, in ambito culturale, della società italiana è Leopoldo Franchetti. Passioni e progetti nel suo carteggio e nel rapporto con Alice Hallgarten, pubblicato dalla Deputazione di storia patria per l’Umbria, di Maria Luciana Buseghin.
Per la prima sezione, in rappresentanza della giuria, ha consegnato il premo Mario Squadroni, Università di Perugia. Il premio è stato assegnato dalla giuria  con la seguente motivazione: 

MOTIVAZIONE
Il lavoro di Maria Luciana Buseghin intorno alla figura di Leopoldo Franchetti, pubblicato nella collana «Fonti per la storia dell’Umbria n. 34» dalla Deputazione di Storia patria per l’Umbria, contribuisce a restituire, arricchendolo, lo spessore umano, culturale e filantropico di una personalità di indiscusso prestigio tra fine Ottocento e i primi due decenni del Novecento.

Il volume di dimensioni monumentali con le sue 704 pagine, è costruito in modo originale e intelligente: una costellazione di lettere spedite da Franchetti a diversi destinatari per illustrare la molteplicità e la varietà di relazioni poste in essere dal mittente con altrettante realtà culturali, politiche, filantropiche, nonché la ricchezza e l’originalità del materiale, prevalentemente inedito, reso disponibile agli studiosi per ulteriori ricerche e approfondimenti.

La giuria, con questo riconoscimento, intende valorizzare il lavoro di indagine e di curatela condotto con sapienza, passione ed entusiasmo da Maria Luciana Buseghin, associato ad un intelligente rigore filologico. Le Introduzioni che accompagnano le diverse sezioni del volume forniscono al lettore e alla lettrice un prezioso ausilio per l’attraversamento dei vari carteggi. Anche la veste grafica è elegante, molto ben curata, assolutamente apprezzabile.
SECONDA SEZIONE

Primo classificato
 per la seconda sezione, riservata a componimenti inediti sotto forma di lettera, Luca Fazi con la lettera Senza velo, letta da Patrizia Ciminati con le seguenti motivazioni:
La lettera, che pone l’attenzione su un problema di dolorosa attualità: la fuga e la condizione delle donne che devono scappare da zone di guerra con tutto quello che il viaggio intrapreso comporta, riesce, con grande credibilità e con un linguaggio che sa farsi poetico nonostante la drammaticità dei fatti narrati, a restituire la forza, il coraggio, la determinazione della scrivente. Caratteristiche sicuramente rafforzate dal suo particolare stato, dal desiderio di poter consentire a colei che verrà di poter vivere in una condizione di libertà espressa, simbolicamente, nella rimozione di quel velo che, laddove non sia per libera scelta, rappresenta la soppressione di ogni possibilità di emancipazione della donna.

Una giovane mamma in fuga da Kabul scrive alla figlia Amaal, che in arabo significa speranza. Sembra una storia come altre, di quelle di cui sono piene le cronache, spesso nella nostra negligente distrazione, storie di rifugiati che scappano dalla guerra dalla miseria e, come in questo caso, da governi teocratici di brutale sopruso di tutte le libertà e dei diritti fondamentali. Ma questa mamma è speciale : è stata stuprata perché considerata “troppo occidentale” e ha deciso con coraggio di tenersi il frutto di quell’abuso vile e feroce. Vuole che sia femmina, le ha già messo un nome e le scrive perché se non ce la farà, nel suo interminabile viaggio verso la libertà, un giorno saprà contro cosa avrà lottato la madre e perché. Una lettera scritta con passione, con sincera enfasi, che riesce a esprimere la forza e la determinazione di una madre che sente la responsabilità di una vita innocente e che vuole lottare fino allo stremo per costruirle un futuro migliore. Una lettera commovente, che urla e piange, che sussurra e trema, che rivendica e non perdona, piena di disperata volontà, di paura e di abnegazione, di cuore e di testa. 
Seconda classificata Sandra Frenguelli 
con la lettera In tutta onestà letta da Sandra Fuccelli
Una lettera nella lettera, una “matrioska”, che affronta il tema della morte senza finti moralismi. Una lettera coraggiosa in cui la scrivente se, da una parte, fa i conti con il dolore della perdita, dall’altra scardina le ipocrisie che possono nascondersi dietro le diverse modalità con cui ci si confronta quando si affronta la domanda a cui è più difficile, se non impossibile, rispondere “perché a me e non a lei?”. La mittente non fa sconti, non si nasconde dietro un pietismo di facciata. Sfida i luoghi comuni parlando con dolorosa sincerità, riuscendo così ad arrivare al cuore della destinataria, entrando, come afferma “nelle sue oscurità, nei suoi anfratti più inesplorati e lì in fondo l’aspetta per accoglierla con un abbraccio che le fa simili.
Terza classificata
 Giuditta Ferioli con la lettera Una lettera da casa letta da Fabiola Marchesi
Una lettera che fruga tra i meandri del cuore e riesce ad emozionare. C’è tutto l’amore della vita dentro, ci sono speranza, bellezza, nostalgia. Uno specchio forgiato di emozioni in cui ognuno di noi può rispecchiarsi, un legame tanto forte da non potersi mai spezzare. Quello di un padre per una figlia.
È una lingua poetica ed esatta, priva di retorica, quella che viene usata in perfetta forma epistolare, lirica e lacerante a sostenere un sentimento che sfida il tempo e commuove e che racconta con precisione e delicatezza lo stato d’animo di chi sa che per amare profondamente qualcuno è necessario lasciarlo libero.
Come avrebbe detto Schiller: “Non sono la carne e il sangue, ma è il cuore a renderci padri e figli”.
LETTERE SEGNALATE

Laura Rossi con la lettera Amica d’animaDanilo Chillemi con la lettera Basta il suono della tua voceChiara Ortolani Lettera di un cinghiale a un bambino




TERZA SEZIONE

VINCITRICI

Quest’anno è stata inaugurata anche una nuova sezione dedicata ai giovani che ha visto vincitrice Marta Rinaldini con la lettera Un veloseconda classificata Sara Caracci con la lettera Sei normale anche tu, terza classificata Stella Barafani con la lettera Siamo tutti unici.

LETTERE SEGNALATE:
Aurora Bobò con la lettera Cara Anna, 
Martina Cardoni con la lettera È normale avere paura,  Noemi Pagnotta con la lettera La maschiaccia, Eleonora Viviano con la lettera Cara nonna ti scrivo




TARGA "UNITI PER L'ARTE"
Simona Izzo e Ricky Tognazzi è stata invece consegnata la targa “Uniti per l’arte”, riconoscimento nato per ricordare l’unione tra i coniugi Aganoor-Pompilj, segnata da una grande intesa intellettuale che portò entrambi ai successi letterari e politici per i quali ancora oggi vengono ricordati. 
La targa vuol dunque celebrare questo sodalizio premiando quei legami sentimentali, che possono essere di coppia, filiali o altro, caratterizzati proprio da questa doppia condivisione. 
La targa è stata consegnata dal direttore del Gal Trasimeno Orvietano, Francesca Caproni

IL FESTIVAL

Grande successo per la tredicesima edizione del Festival delle Corrispondenzeche dal 4 all’8 settembre - dopo un’anteprima che ha visto protagonista il filosofo contemporaneo Massimo Cacciari in una sala conferenze gremita di Villa del Colle del Cardinale – ha animato tra conferenze, dibattiti, musica, lab per bambini e famigli, appuntamenti letterari e spettacoli teatrali, Monte del Lago, suggestivo borgo medievale, tra i più caratteristici fra quelli che si affacciano sul lago Trasimeno.


«Si è concluso il Festival delle Corrispondenze - così il sindaco di Magione Massimo Lagetti - un festival straordinario per presenze e per personaggi di spicco che hanno animato il nostro borgo. È stata davvero una settimana speciale che ha toccato tutti gli ambiti possibili, partendo dalla storia fino ad arrivare alla filosofia, passando anche per l'attualità. Il tutto legato al filo comune delle "corrispondenze". Non possiamo che essere soddisfatti per il successo raggiunto quest'anno».
«Va in archivio una delle edizioni sicuramente più partecipate, dinamiche e memorabili del Festival delle Corrispondenze – le parole di Vanni Ruggeri, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Magione - suggellata dalla qualità di una proposta culturale frutto di una direzione artistica attenta e generosa, capace di coinvolgere un pubblico attento e qualificato e confermata dalla levatura nazionale dei protagonisti che hanno animato gli oltre 30 appuntamenti nelle diverse location di Monte del Lago, facendo registrare costantemente il tutto esaurito per gli appuntamenti di maggior richiamo della fascia serale. Un risultato, anche in termini di presenze, che guarda alla maggiore diversificazione possibile nelle tipologie di pubblico, in particolare con la crescita di quello under 35, e che consolida la caratura dell’evento all'interno del panorama dei festival del territorio, rafforzando un modello virtuoso realizzato grazie al sostegno convinto di istituzioni e soggetti privati, e alla costruzione di importanti partenariati culturali e scientifici con le migliori energie del territorio. Un ringraziamento tutt’altro che di prammatica a quanti hanno lavorato nei mesi precedenti e nei giorni del Festival al successo di questa edizione, e il cui appassionato entusiasmo rappresenta il miglior viatico per la prossima».
Molto soddisfatto anche il direttore artistico Massimo Arcangeli che commenta così la chiusura del Festival: 
"Uno dei temi portanti di questa edizione è stato quello dell'intelligenza artificiale. Fino a un po' di tempo fa le vecchie corrispondenze, quelle degli scambi e dei carteggi epistolari, erano state ridisegnate dai nuovi media senza oltrepassare il sistema delle relazioni (reali o virtuali) fra le persone. Ultimamente quelle corrispondenze sono state invece proiettate sul rapporto fra l'essere umano e le macchine e sull'orizzonte non più così lontano, e anzi ormai prossimo, del transumanesimo, vale a dire del superamento di una visione umana del proprio sé in rapporto al mondo circostante. Le corrispondenze del futuro vedranno protagoniste proprio le macchine, mittenti e destinatari del nostro destino relazionale. A breve lanceremo comunque un'iniziativa sulla lettera più bella mai scritta nella storia dell'umanità, senza limitazioni nel tempo o nello spazio, e un premio sulla lettera che qualcuno può aver conservato nel suo cassetto e ritenga essere la più bella che abbia letto o ricevuto. L'iniziativa e il riconoscimento sono agganciati all'assegnazione di un premio alla carriera per una missiva che abbia in qualche modo fatto storia, o abbia avuto un grande impatto sociale per il tema affrontato o il modo in cui lo si è trattato, scritta da un protagonista della cultura, del giornalismo, dell'arte o della letteratura dei nostri tempi. L'anno scorso lo ha ricevuto Corrado Augias, quest'anno abbiamo avuto il piacere di assegnarlo a Concita de Gregorio»
Sold out per tutti gli eventi del ricco calendario – oltre trenta - con un numeroso afflusso non solo di cittadini umbri, ma anche di turisti curiosi provenienti dalle regioni limitrofe (e non solo) per un totale di 9000 presenze complessive. Tra gli ospiti (72 in tutto) di questo 2024, nomi del calibro di Massimo Cacciari, Antonio Ereditato, Alessandro Fullin, Marco Barbieri, Gabriele Del Grande, Duccio Balestracci, Serena Bortone, Michela Nucciarelli, Massimo Polidoro, Vito Mancuso, Christian Raimo, Rick Dufer, Ernesto della Loggia, Michela Ponzani, Massimiliano Loizzi, Sigfrido Ranucci, Riccardo Nencini, Claudio Vercelli, Sandro Iannacone, Roberto Battiston, Arianna Porcelli Safonov, Antonio Tedesco, Francesca D’Alessandro, Matteo Saudino, Simona Izzo, Ricky Tognazzi e Concita De Gregorio.

Proprio a Concita De Gregorio, in virtù del suo impegno come giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva, è stato assegnato il Premio speciale “Corrispondenze alla carriera”, giunto alla seconda edizione.

mercoledì 9 dicembre 2020

#SEILIVE - INTERVISTA ALLO SCRITTORE GIANNI AGOSTINELLI

 A volte la vita ci toglie le forze. Poi, a poco a poco, senti che si torna a desiderare di fare le cose che si amano. Per me questo tempo è stato un po' lungo. Sicuramente ho perso tante occasioni e avrei potuto farmi conoscer un po' di più. Me e il mio blog.

Ma è andata così e va bene lo stesso. Ora stiamo riprendendo, con un po' di fatica ma ci proviamo. Così ho deciso di mettere qui tutte le mie ultime presentazioni.

Questa è con Gianni Agostinelli e il suo ultimo libro Resti che mi è piaciuto moltissimo. Potrei scrivervi perchè ma vi consiglio di ascoltare l'intervista. Spero vi piacerà conoscerlo








lunedì 5 marzo 2012


Plenilunio

Mi scopro più superficiale nella lettura. Mi capita sempre più raramente di entrare così tanto in una storia da dimenticare tutto per essere lì spettatrice e interprete nello stesso istante. A volte mi tornano alla mente quelle sensazioni che avevo provato nel leggere un libro e, allora, vado a ricercare quella pagina per scoprire se è proprio come la ricordavo e solo un’illusione del mio ricordo. Fa parte di queste un racconto di Maupassant che stasera sono andata a ricercare perché non ne ricordavo neanche il titolo ma solo quella meravigliosa, o tale mi pareva nel ricordo, descrizione della passeggiata di due innamorati al chiaro di luna lungo la riva di un fiume. Sono andata a ricercare quelle pagine. Nel mio libro di racconti il titolo è “Plenilunio” ma credo che in altri sia stato tradotto proprio “Chiaro di luna”. Meravigliosamente poetico come lo ricordavo. Ve ne trascrivo qualche parte, sono poche pagine, e tralascio tutto l’antefatto, anche se è da leggere per comprendere la capacità che ha questo raffinato scrittore di portarci da una situazione popolaresca alla più elevata poesia in quattro o cinque pagine. Ma ecco le sue parole:

Miquel Barceló, Plenilunio, 2003
“In fondo, seguendo le ondulazioni del fiumicello, serpeggiava una lunga fila di pioppi. Un vapore fine e bianco, solcato, tinto d’argento e reso lucente dai raggi della luna, era sospeso intorno e sulle sponde avviluppando il corso tortuoso dell’acqua con una specie di ovatta leggera e trasparente.
Il sacerdote si fermò un’altra volta, pervaso da una commozione crescente ed irresistibile.
Lo prese un dubbio, una vaga inquietudine; sorgeva in lui una di quelle domande che talvolta si poneva.
Perché Dio aveva fatto tutto ciò? Se la notte è destinata al sonno, all’incoscienza, al riposo, all’oblio di tutto, perché farla più bella del giorno, più dolce dell’alba e della sera; e perché quell’astro lento e incantevole, più poetico del sole, che pare destinato per la sua discrezione, a illuminare cose troppo delicate e misteriose per la luce del sole, perché rendeva le tenebre così trasparenti?
[…]
Don Morignon non capiva
Ed ecco che in fondo alla prateria, sotto la volta di alberi bagnati di nebbia lucente, apparvero due esseri che camminavano stretti”.
Se poi lo leggete con il sottofondo di Beethoven non stupitevi che vi giudichino un pochino "fuori dal tempo". 

sabato 3 marzo 2012




I “Pesci d’oro” di vanni Scheiwiller
Un affresco della Sala dei Legisti
Grande Scheiwiller. I suoi “pesci d’oro” hanno brillato più che mai in occasione della presentazione del libro edito da Volumnia edizioni “Vanni Schewiller editore europeo” a cura di Carlo Pulzoni, presentato nella sala dei Legisti di palazzo Baldeschi a Perugia venerdì 2 marzo. A parlare del volume, raccolta di testimonianze saggi critici ricordi di amici, e conclusione di un percorso iniziato nel 2008 con una mostra dedicata all’editore milanese in questo stesso luogo, due conferenzieri di eccezione, soprattutto per quello che riguarda la “passione” e la competenza sull’oggetto libro: Alessandro Campi e Oliviero Diliberto coordinati da Maurizio Tarantino.

da sinistra Campo - Diliberto - Tarantino - l'editore Lupattelli
Approccio da editore, professione avviata ma poi abbandonata, quello di Campi che ha 
sottolineato l’aspetto “non ideologico” ed “eccentrico” delle raffinate scelte editoriali di Vanni Scheiwiller. Libri piccoli, curatissimi nella veste grafica e tipografica, scelta di autori al di fuori di ogni ideologia, anche in contrasto con il sentire comune del tempo, come le pubblicazioni dei testi di Julius Evola ed Ezra Paund; ma,  anche, un grande fiuto nello scoprire autori che, alcuni decenni dopo, sarebbero stati insigniti del Premio Nobel.
“Questo uomo piccolo, indifferente alle mode, lettore onnivoro che girava l’Italia sempre in treno con una borsa piena di scritti, che sceglieva gli autori in base a sentimenti di affinità e di qualità della scrittura– ha detto Campo – è l’editore per eccellenza, un tipo di editoria che va scomparendo per il prevalere di scelte solo commerciali”. Amore per la carta ma senza preclusioni nei confronti delle nuove tecnologie,  quello di Campo, che ha ricordato l’odio per gli stampatori, assimilati ai falsari, nel passaggio dal manoscritto alla stampa. Secondo Campo si può essere editori alla maniera di Scheiwiller sempre “perché- ha spiegato – il ruolo di un editore prescinde dal supporto. Il valore del suo lavoro è nel trovare idee, scoprire autori, realizzare prodotti di qualità.”


Più “fisico” da “cercatore d’oro” che tocca, annusa, fa scricchiolare la carta per assaporarne le differenze, quello di Oliviero Diliberto che ha evidenziato come i libri di Scheiwiller sappiano soddisfare i sensi oltre che la mente. Per Diliberto Scheiwiller  è “l’ultimo degli umanisti” per essere riuscito a riconquistare la tradizione in un rapporto organico con la modernità, per aver saputo esprimere il bello anche fine a sé stesso con la realizzazione di libri belli da vedere prima che da leggere come nel caso di “Milano in inchiostro di china” in cui i versi di Salvatore Quasimodo si alternano con disegni di Attilio Rossi, e per il coraggio di essere stato pioniere con il gusto della scorrettezza. Decisamente restio alle pubblicazioni su web Diliberto in cui il forte rapporto fisico con il libro arriva al piacere di ascoltare il rumore che fa la pagina quando la si tocca. “Perché – spiega – le pagine stampate con il torchio sono tutte diverse”.
Le molte voci che il libro curato da Pulzoni riporta, rendono bene quanto evidenziato dai due conferenzieri nei loro interventi, circa questa figura di editore “controcorrente” con i tanti autori che trovarono spazio, a partire dal 1936, nelle sue edizioni All’insegna del Pesce d’Oro aprendo il nostro paese a quanto stava avvenendo nel mondo culturale ed artistico in Europa e oltre.

venerdì 17 febbraio 2012

Ode al gatto


Il mio gatto che dorme tranquillo ignaro di dubbi e poeti



17 febbraio, giornata dedicata ai nostri amici gatti. Perché non dedicargli una poesia?

Gli animali furono
imperfetti, lunghi 

di coda, plumbei 

di testa. 

Piano piano si misero 

in ordine, 

divennero paesaggio, 

acquistarono nèi, grazia, volo. 

Il gatto, 

soltanto il gatto 

apparve completo 

e orgoglioso: 

nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello, 

il serpente vorrebbe avere le ali, 

il cane è un leone spaesato, 

l'ingegnere vuol essere poeta, 

la mosca studia per rondine, 

il poeta cerca di imitare la mosca, 

ma il gatto 

vuole essere solo gatto 

ed ogni gatto è gatto 

dai baffi alla coda, 

dal fiuto al topo vivo, 

dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità 

come la sua, 

non hanno 

la luna o il fiore 

una tale coesione: 

è una sola cosa 

come il sole o il topazio, 

e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come 

la linea della prua di una nave. 

I suoi occhi gialli 

hanno lasciato una sola 
fessura 

per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo 

imperatore senz'orbe, 

conquistatore senza patria, 

minima tigre da salotto, nuziale 

sultano del cielo 

delle tegole erotiche, 

il vento dell'amore 

all'aria aperta 

reclami 

quando passi 

e posi 

quattro piedi delicati 

sul suolo, 

fiutando, 

diffidando 

di ogni cosa terrestre, 

perché tutto 

è immondo 

per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente 

della casa, arrogante 

vestigio della notte, 

neghittoso, ginnastico 

ed estraneo, 

profondissimo gatto, 

poliziotto segreto 

delle stanze, 

insegna 

di un 

irreperibile velluto, 

probabilmente non c'è 

enigma 

nel tuo contegno, 

forse sei mistero, 

tutti sanno di te ed appartieni 

all'abitante meno misterioso, 

forse tutti si credono 

padroni, 

proprietari, parenti 

di gatti, compagni, 

colleghi, 

discepoli o amici 

del proprio gatto.

Io no. 

Io non sono d'accordo. 
I
o non conosco il gatto. 

So tutto, la vita e il suo arcipelago, 

il mare e la città incalcolabile, 

la botanica, 

il gineceo coi suoi peccati, 

il per e il meno della matematica, 

gl'imbuti vulcanici del mondo, 

il guscio irreale del coccodrillo, 

la bontà ignorata del pompiere, 

l'atavismo azzurro del sacerdote, 

ma non riesco a decifrare il gatto. 

Sul suo distacco la ragione slitta, 

numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
Pablo Neruda